venerdì 6 luglio 2007

SPECIALE SAN CALO'/CONVERSIONE MIRACOLOSA

E' giunta in redazione la notizia di una conversione a dir poco miracolosa opira, manco a dirilo, del Santo nivuro. Il senatore a vita Antonio Di Bernardo, repubblicano della prima orata, membro dell'assemblea costituente, agnostico irriducibbili, nonché feroce fustigatore di parrini pedofili e Vispici abbusivi, sempri in prima linia a criticare ferocemente le incivili prese di posizione di taluni prelati senza scrupoli (vabbè, diciamo ca Montelusa, con quella sottospecie di vispico che la atturra da due decenni, costituisce un terreno di caccia fin troppo facile per Di Bernardo), si ha convertito? E como ha potuto succediri? Ce lo spiega lo stesso Di Bernardo, ancora scantato morto per gli eventi di cui ha stato protagonista.

Corriere di Montelusa:
Senatore Di Bernardo, ha fatto scarmazzo assà la notizia ca vossia, dopo 97 anni di agnosticismo, si ha convertito. Ci può raccontare comu ha potuto succediri? Non è ca pir caso vossia, coll'approssimarisi dell'appuntamento immancabbili con sorella morti, si ha cacato d'incoddro e voli fari almeno un'assicurazzioni in caso ca Luciferu esistisse veramenti? (Della serie meglio diri chi saccio ca diri chi sapiva...)

Di Bernardo: Lei mi sta offinnenno assà! Quanno faciva il paracadutista ad El Alamein come ufficiali di complemento non mi ho scantato mai della morti ed ero sempri in prima linia. E, una vota scappato fortunosamente in Italia a fari il partigiano, non mi ho scantato nemmeno delle scupette ca mi puntavano alla testa i Tedeschi. Pir non parlari dei mafiusi e degli scassapagliara cani scionti ai quali ho sempri dato fastidio...

Corriere di Montelusa: Mi scusasse senatore, mi ho lasciato un pò prendere la mano dal giornalismo aggressivo... pirdonasse, Lei non se lo merita

Di Bernardo: La pirdono pirché lei è relativamenti giovane e non capisce una amata minchia. E poi devo fare un sirbizzo a San Calorio raccontando la mè storia. E pir diri la virità se non lo fazzo Quello mi scattìa.
Vidisse, successe ca nel mentri ca scinniva dal taxi davanti Palazzo Madama pi gghiri a votari l'ennesima fiducia allo scassatissimo guverno che ci arritroviamo (se non fossi pir mia, Rituzza Levi Montalcini e Giulietto Immiruto Andreotti, a st'ura sapiddro dove fossi il Profissore Prodi) un elettore di origini Montelusane, da me aiutato con una pubblica presa di posizione in una vicenna di malasanità e burocrazia corrotta, mi firmò e volle farmi dono, in segno di ringraziamento, di una statuina di San Calò (ladiuzza assà, obiettivamenti).

Corriere di Montelusa: e poi chi successe?

Di Bernardo: Doppo aviri votato la fiducia e turnato nella stanza ca ho preso a pinsione nell'alberguccio dove mi fermo quanno che sono a Roma, ho graputo la vetrinetta dove tegno alcuni libra a me cari ed ho posato quella camurria di statuina darrè ai vitra, 'nsemmola ai libra. Ma non mi piaciva proprio e quindi l'ho ammucciata in uno scaffale vascio vascio coperto dal ligno degli spurteddri invece ca dai vitra, in modo ca quanno gli spurteddri erano chiusi li libra si vidivano e la statuina di San Calò no. Poi, essenno ca mi avia stancato a fare il cascamorto in senato con Rituzza, mi sono vivuto un bicchieri d'acqua e mi ho corcato. Dopo una mezz'orata mi sono arrivigliato e, scinnuto dal letto, sono passato d'infacci alla vetrina per annari al cesso. E vitti ca San Calò avia acchianato dui piani pir stari darrè al vitro e no ammucciato darrè al ligno como lo avia miso io. E mi taliava mali. Mi sono ditto: "Antò, rincoglionisti completamenti... Arritirati in qualichi ospizio invece di scassarici la minchia cu ‘sti voti di fiducia geriatrici! Ti pare ca hai ammucciato a San Calò e inveci non lo hai ammucciato". E così lo ammucciai nuovamenti dui piani sotto, darrè al ligno degli sportelli.

Corriere di Montelusa: E poi?

Di Bernardo: Mi annai a curcare nuovamenti pirché ero ancora insunnuto. Quanno ca mi susivo pir lavarimi, vestirimi e annare a mangiare una pizza a Trastevere con Rituzza (ma quanto è beddra Rituzza mia!!), passai nuovamenti davanti alla vetrina e San Calò avia acchianato di tri piani. E si prima mi taliava brutto, questa vota mi taliava bruttissimo. Ormai vicino a una seria crisi di nervi, rimisi a San Calò indovi ca secunno mia doviva stari (cioè a ddiri ammucciato) e mi annai a lavari currenno currenno ca non voleva arrivari in ritardo da Rituzza mia.

Corriere di Montelusa: Un appuntamento galanti?

Di Bernardo: Sulla bella sirata passata con Rituzza sorvoliamo, fatti i cazzi tò! Tornai in cammara e mi svestii pir curcarimi doppo avermi insaiato la cammisa di notte di lana. Mi stava vivenno il solito bicchieri d'acqua e, sbalordito, vitti ca San Calò inferocito mi taliava doppo aviri acchianato 4 piani della vetrina. E stavota San Calò parlà: "bruttu ateo ca non sei avutro" mi disse "se tutta l'intelligenzia ca pensi di aviri non t'abbasta a capiri, ti aiuto io a corpi di vastuni!" e, detto fatto, la statua nicareddra niscì dalla vetrina e addivintà San Calò in carne ossa e vastuni, in grannizza naturale. E mi nni detti di cozzo e di cuddraro. E quanno finì di vastuniarimi mi disse: "E ora basta ca si vicchiareddru, anzi completamenti insallanito. E speriamo ca avissito capito la lezioni!". Concluse dicennomi: "pir quanto riguarda le cose ca dici e scrivi sul vispico, lassamo perdiri... ti pirdono pirché farfanterie non ne hai contate. Ma non ti approvare cchiù a mettiri una mia icona ammucciata pirché ti catafotto a lignate. E per rendere nota la tua conversione, metti purò una para di autoadesivi miei sul davanti e sul darrè della tua scassatissima machina. Ti saluto, vecchio rincoglionito". San Calò vero addivintò nuovamenti statuina e si assistimò nello scaffale ca preferiva. Io arristai imparpagliato e non dormii tutta la notte. L'indomani me ne annai dal cappellano di Palazzo Madama e mi intrattenni con lui lungamenti pir arrizzularici 97 anni di piccati...

Bibì Metallurgico

MINCHIA, MIRACOLO!!! UN E-MAIL DA SAN CALO'

Grannissimo successo per "Lo dico a San Calò", la rubrica istituita dal nostro giornali. Benchè sia stato uno solo il messaggio pirvinuto al nostro indirizzo di posta lettronica, il Santo Nìvuro ha addeciso di arrisponnere al nostro lettore di pirsona pirsonalmente. E' qualicosa di miracoloso! San Calorio parla nel messaggio di un pirsonaggio ca si spaccia da anni pir suo divoto. Ma le sorprese non finiscino qui. Infattamente si è scopruto che il lettore scrivente era nentipopòdimeno ca il sinnaco di Montelusa. Ma scaccia e talìa ccà se non ci cridi!!!

venerdì 29 giugno 2007

Lo dico a san Calò

Messaggio inviato da Lillo ( purtuso42@comunedimontelusa.it ) il 30 Giugno 2007
Caro San Calorio, grazzi a tia una grazia granni già l'ho arricivuta il misi passato. Ora, oh San Calorio, pir favori attuppa questo purtuso milionario ca non saccio como fari. Grazzi. Tuo divoto Marc... Scusa, sbagliavu. Lillo

From San Calogero di Montelusa (sancalorio@gmail.com)
To redazione@montelusa.it
Subject: Risposta a purtuso42@comunedimontelusa.it
1 Luglio 2007 ore 10.15

Caro Marcuneddro,
è inutile che ti ammucci. Io sono San, non ti lo scordare. E vio tutto, pinzino il nomo di ogni divoto ca mi scrive. Sono purtroppamente dispiaciuto assai di non potire fare nenti nell'immediatezza del poblema. Però ti pozzo dire che nella tua squatra di assessora hai un Calorio con i controcabasisi. Anche grazzi a questo arriniscerai a fari qualichi cosa di bbonu. Ti volevo diri puro di finilla di scriviri email ai miei colleghi San. Mi arrendo conto e capiscio che la situazioni in cui ti hanno lassato le casse municipali non è pi nenti divertevole, ma noi di qua 'ncapo non ci possiamo fare assai supra i danni fatti in precedenza. Ogni jorno attrovo nella mia casella di posta lettronica i tuoi missaggi ca mi inoltra il mio collega San Giullanno. Dici che non ne può più pirchì ogni jorno ha la posta china dei tuoi missaggi di richiesta urgentissima di grazia. Per favori, finiscila di scassarici la minchia cu sti email pirchì a Giullannuzzu non lo pozzo più sentiri cu sti lamentazioni. E anche a nomi del collega San Marco ti prego di finilla di mannarici sms: lo hai costringiuto a cangiari pinzino il nummaro di cellulari. Purtroppamente cu poblemi como i tuoi non ci sonno Santi ca tennu. Nemmeno io ci pozzo fari cosa. Addumannami qualunqui cosa e io ti la fazzo, ma quannu ci sono questione di purtusa di bilancio, mi dispiaci assà, ma non c'è minchia ca teni.
Tuo Calogero

Ps: Ah, a che ci sogno, ti volevo fari sapiri che dal 1993 al 2001 sono stato 'mpignato in autre situazioni e sono stato fora Montelusa per quistioni di travaglio. Pirtanto non saccio chi minchia è succiduto a Montelusa. Mi hanno diciuto comunchi che a govirnare c'era un sedicente Calogero Sollano. Ora, con tutto il rispetto, io a questo signore non lo accanoscio. Ho saputo ca va dicenno di essere un mio divoto, ma io ti garantiscio che non saccio manco cu minchia è. E poi, cu ci pò cridiri che uno che si chiama Calogiro possa essere accussì scabasisiato? Ti devo addomandari un favori. Talìa per cortesia all'anagrafe di Montelusa e verifica se cotesto signore si chiama veramente Calogero. Ho buoni motivi per pinzare ca non si chiama Calogero ma è sulo uno ca cunta minchiatuna orbi e chista cull'autri. In questo caso, come tradizione voli, ci apparirò di notti e come al solito lo vastonerò senza pietà anche nella 'mpigna.
Ora devo chiuiri questa littra littronica pirchì mi stanno sollevando di pisu sulla vara (e nel computer di San non mi ci hanno ancora mittuto il wi-fi) per uno dei soliti giretti città città, ma continuerò a scriverti anchi pi sapiri como è finuta questa storia del Calogiro minchiazzero. Anzi, ho addeciso propriamente in questo momento di concediri al grande giornalista montelusano Filippo Genuardi, direttori di questo giornali, una longa intervista. Salutati a cu v'aiuta. Evviva io.

domenica 17 giugno 2007

La recensione su www.strettoindispensabile.it

sabato 31 marzo 2007

Il benvenuto di Agrigentonotizie.it

Il quotidiano La Sicilia parla di noi